Apocalypse World – Prendere la vita con filosofia

Spesso e volentieri in questa rubrica trattiamo di giochi recenti (o meno) che ci hanno lasciato una buona impressione. Oggi è il turno di una leggenda che ha dato il via ad altrettanti nuovi modi di pensare il gioco di ruolo. E in parte anche il gioco parla di leggende, personaggi unici e peculiari che vivono in un mondo sconvolto da un’apocalisse avvenuta anni prima anche se nemmeno più ci si ricorda cosa fosse. 

Quello dell’apocalisse è un mondo che si vive nel presente, del passato e del futuro ce ne sbattiamo, perché si vive alla giornata ed è sempre un buon momento per morire.

Un gioco molto punk (zero cyber), rozzo, ignorante e incredibilmente divertente. 

Con qualche problemino, certo, tipo la chiarezza, ma che vi aspettate, nel mondo dell’apocalisse ce ne sbattiamo anche di quella!

Come dice il nome, questo è il gioco da cui si origina il sistema (largamente utilizzato) Powered by the Apocalypse.

Le Stat del gioco di Kit

Partecipanti: un narratore, che prende le veci del Mondo di gioco, e da 2 a 4 giocatori. Si fa casino nel mondo dell’apocalisse

Durata: quanto diavolo vi pare. Rende meglio, però, in campagne piccole o grandi che siano

Complessità: 3 simboli radioattivi

Cosa mi serve?: manuale, libretti dei personaggi, schede varie tra minacce, resoconti dei miliardi di mosse, matite e gomma, dadi a sei facce

Obiettivo: vivere in un mondo che non ha nessuna pietà per te. E tu non ne hai per il mondo

Genere: post-apocalittico, Pbta

Contenuti: sesso, droga, rock’n’roll, rovine di una civiltà passata

PRO

Fuori di testa: se volete sfogarvi per via/a causa della vostra normalità quotidiana, il mondo dell’apocalisse è il luogo giusto in cui  potete blastare qualsiasi limite della ragione. Il bello è che si può fare di tutto e ti becchi tutte le conseguenze.

Libertà totale: avendo il controllo di tutti gli aspetti del personaggio (come i Pbta prevedono) non ci sono limiti di cosa puoi o non puoi fare. Nessuno ti dice “No”, ma reagisce a quello che fai. Che siano i tuoi compagni, i personaggi non giocanti gestiti dal narratore oppure quella parete di metallo che vuoi abbattere a testate. Spoiler, ti romperà la testa.

Il mondo è vivo: tutto reagisce alle azioni dei protagonisti della storia. Lo fa il mondo stesso, le persone che lo abitano, i nemici, gli amici, tutto quanto. Si sente che il mondo è vivo e dipende dalle azioni di chi ci vive dentro. Raramente si può imbrigliare un mondo del genere e il sistema infatti non lo vuole, evitando l’approccio “preparo tutto prima”.

CONTRO

Complessità: di base il gioco non è difficile, ci sono poche regole e una volta preso il via si va abbastanza spediti, ma la chiarezza del manuale è imbarazzante. Nonostante la nuova stesura (la prima versione era ancora peggio) si fa fatica a capire alcuni aspetti del gioco.

Mosse: è il primo Pbta e le mosse sono una caratteristica chiave del sistema, sono i modi con cui i personaggi e il mondo interagiscono gli uni con gli altri. E anche queste sono troppe, troppo articolate e confusionarie. 

Carico sul narratore: nonostante non debba gestire più la storia, che viene narrata e creata al tavolo da tutti e non solo da lui, il carico su una persona sola è decisamente tanto, poichè le mosse si attivano nella narrazione delle persone, il narratore deve conoscerle tutte per far notare quando succede. Poi ci si abitua, ma l’attenzione richiesta è davvero tanta.

Parole piccole: desolazione, devastazione, violenza, ignoranza, sopportazione