Wanderhome: La Gentilezza non è mai abbastanza

Quando devo portare Wanderhome a qualche evento ho sempre delle  difficoltà,   perchè è un gioco complesso. Non complicato, assolutamente, è semplicissimo nelle meccaniche ma molto complesso nei suoi temi, nelle situazioni, in quello che ti porti a casa dopo esserti alzato dal tavolo. E’ un gioco innocente, a prima vista. Un gioco gentile, un gioco che, sempre di essere un pubblico adatto e una persona con dell’empatia verso gli altri (e anche un po’ per se stessi), riesce a sorprenderti con situazioni all’apparenza quotidiane che spesso sorvoliamo e che invece dovrebbero essere analizzate più spesso. E’ un gioco brutale che con naturalezza ti mette davanti situazioni che ti fanno riflettere, perché  sono sia leggere sia pesanti come macigni, ma senza ombra di dubbio vere;  situazioni con cui ti puoi relazionare o che hai visto attorno a te nella vita di tutti i giorni. È   difficile smettere di giocare senza aver messo qualcosa di te nel gioco e aver ricevuto qualcosa in cambio, nel bene e nel male.

Una splendida riflessione personale. Ecco cosa è Wanderhome.

Le Stat del gioco di Kit

Partecipanti: serve qualcuno che conosca il gioco, ma di base è pensato per essere senza un  narratore. Rende meglio con 3 o 4 partecipanti, ma funziona bene fino a 5.

Durata: decisa in fase di creazione della partita, può durare una serata, qualche ora oppure una campagna breve o media. Idealmente dalle 5 alle 10 sessioni massimo.

Complessità: 4 fiori

Cosa mi serve?: manuale, libretti, cancelleria varia, token tutti uguali da tenere al centro del tavolo, dove tutti possono arrivare.

Obiettivo: godersi un periodo di viaggio in compagnia degli altri, focalizzando la propria attenzione sulle piccole cose che ti succedono intorno.

Genere: fantasy bucolico, animali antropomorfizzati.

Contenuti: nessun conflitto violento, viaggio, esplorazione, quotidianità, gentilezza.

PRO

Leggerezza: non serve preparare nulla, una persona deve conoscere il manuale, quello sì, ma non prepara assolutamente niente e gioca pure insieme agli altri. Le regole sono semplicissime e non si tira nemmeno un dado.

Gloria alle piccole cose: quante volte durante una sessione vi siete fermati a guardarvi attorno e descrivere qualcosa che vi ha colpito o le vostre sensazioni ed emozioni? Di rado probabilmente. Wanderhome non solo invoglia a farlo ma prevedere nelle sue meccaniche che lo facciate,l con dei benefici.

Introspettivo: questo gioco permette a voi, e agli altri, di guardarvi un po’ nell’animo e riflettere su tante cose,  alcune belle, altre meno. Questo si traduce in un’esperienza che vi permette di conoscere meglio voi stessi e farvi conoscere meglio dagli altri. 

Bellissimo: esteticamente parlando, anche se come sempre può piacere o meno lo stile, il manuale è un’esplosione di colori e gradevolissimo da leggere e toccare.

CONTRO

Costoso: il manuale è bello ma costa tanto. Personalmente ritengo che ogni centesimo sia ben speso per un prodotto con una qualità simile, ma è una barriera di entrata in ogni caso.

Difficile: non è un gioco per tutti. Wanderhome è un gioco dove la violenza non deve mai essere la soluzione a un problema, per diversi motivi, di ambientazione e di tono. Questo rende il titolo non semplice per giocatori abituati a un certo tipo di gioco o che lo preferiscono. Non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma se vi piace fare a cazzotti, non è un titolo adatto a voi.

Senza obiettivo: giocare a Wanderhome non ha un vero e proprio scopo. Non dovete raggiungere una destinazione, il vostro viaggio non termina alla fine delle vostre avventure. Finisce solo quella parte di storia passata insieme. E questo spiazza. 

Lunghe distanze: il gioco si basa sul viaggio e di conseguenza rende meglio sulle lunghe distanze, quando effettivamente si vede il cambiamento delle zone visitate e delle stagioni che passano. 

Parole piccole: fiori profumati, pane appena sfornato, una zampa dopo l’altra, gentilezza, brezza piacevole, percorsi battuti.