The Quiet Year – speranza e inquietudinedi Avery Alder

È stato un periodo difficile. Dopo il collasso della civiltà bisogna ricominciare tutto da capo  e tentare di costruire qualcosa, un luogo sicuro, accogliente. Per quanto possibile. Fino a che qualcuno non tornerà a mettere in pericolo tutto ciò che verrà ricostruito.

The Quiet Year parla di questo periodo di costruzione, attraverso una mappa che verrà riempita con tutte le strutture, le zone e i miglioramenti che questo piccolo villaggio tirato su dalla comunità riuscirà a compiere nel periodo di un anno, prima che gli Emissari dell’Inverno arrivino a… Non si sa a fare cosa, non è dato saperlo e non ci interessa. Nel gioco si affronta solo il rapporto tra la comunità, il suo impegno e le frizioni che questo processo di costruzione inevitabilmente porta al suo interno.

Non si interpretano direttamente personaggi, ma più delle entità della comunità, si vede la situazione quasi in terza persona (punto di vista decisamente interessante).

 È il primo gioco della sua categoria, un “map game”, dove appunto si costruisce una mappa mentre si gioca. 

Le Stat del gioco di Kit

Partecipanti: 2-4 partecipanti, nessun narratore, consigliato un facilitatore che conosca le regole

Durata: rigorosamente da one shot. 3-4 ore di durata

Complessità: 1 pennino 

Cosa mi serve?: un mazzo standard da 52 carte o le carte illustrate del gioco, il manuale, qualche token, foglio di carta e matite per la mappa

Obiettivo: costruire la mappa del villaggio mentre si cerca di migliorare il villaggio in questo anno tranquillo

Genere: post apocalittico, creazione di mappe

Contenuti: attriti sociali, sopravvivenza, cartografia

PRO

Poco materiale: un mazzo di carte, un foglio per la mappa, qualche token, il manuale. Si gioca davvero con poco ed è semplice da imparare, il manualetto è piccolo ma molto intuitivo anche per chi non ha mai giocato.

Mappe: l’esperienza di creare una mappa è qualcosa di unico nel suo genere e vederne lo sviluppo rende davvero l’idea di stare costruendo qualcosa assieme, con tutte le difficoltà del caso.

Attuale: mettere insieme una comunità non è mai facile. Farlo in una situazione di difficoltà ancora meno.  È un gioco utile per imparare dagli altri e assieme a loro le regole della convivenza e quanto a volte siano meschine le persone. Ottima rilevanza a livello sociale.

CONTRO

Confezione: qui si parla della versione italiana, stipata in una lattina, e della sua veste artistica, che sono completamente fuori tema rispetto al gioco. L’arte non ha niente che non va a livello di stile, questo sia chiaro, ma i suoi toni molto allegri poco rispecchiano l’atmosfera del gioco, piuttosto impegnativa.

Disprezzo: il gioco prevede dei token “disprezzo” da dover utilizzare in caso le meccaniche lo prevedano, per evidenziare disaccordo con alcune scelte. Il fatto che siano a forma di cuoricino nella confezione è decisamente fuori target.

Poca rigiocabilità: il mazzo di carte concede una grande varietà di situazioni, ma il gioco di base rimane di dover portare avanti un villaggio nel periodo di un anno. Dopo un paio di volte diventa comunque ripetitivo, anche se rimane una bellissima esperienza.

Parole piccole: disprezzo, risorse, inchiostro, pergamena, pennino